I Chiaramonte furono una potente famiglia feudale che si impose nelle complicate vicende politiche del XIV sec, quando la Sicilia era governata dalla debole monarchia Aragonese.

Erano giunti in Italiaa seguito dei Normanni, probabilmente da Clermont nella Piccardia tra XI ed il XII sec, ed uno dei rami della famiglia si stabilì a Ragusa tra il XIII ed il XIV sec.

Al culmine della loro potenza, risiedevano a Palermo presso il Palazzo Steri, attuale sede del Rettorato Universitario ed in passato sede del Tribunale dell’Inquisizione, ma i più alti esponenti della famiglia, si rivelarono, in tutti i loro possedimenti, dinamici costruttori di dimore, chiese, e conventi dall’originale stile architettonico definito “Chiaramontano”.

La famiglia si estinse nel 1392 con la morte di Andrea, decapitato a Palermo con l’accusa di cospirazione contro il re Martini I ed i beni furono confiscati e divisi ad altre famiglie nobiliari.

 

IL CASTELLO DI FAVARA

Costruito da Federico I Chiaramonte intorno al 1270 su una struttura preesistente, porta ancora scolpito su una parete dell’androne lo stemma araldico della famiglia, costituito da un monte a cinque punte su un campo rosso.

La struttura è possente ma, la posizione poco elevata ed altre caratteristiche architettoniche, ne suggeriscono la funzione residenziale anziché militare. Ha una pianta quadrata con corte centrale su cui si affacciano tutti gli ambienti che si articolano su due piani. Il piano terra ospitava i magazzini, i locali della servitù e la cucina che, nel ‘700 vennero trasformati in prigioni, come testimoniano le incisioni sulle pareti.Al piano nobile, anch’esso fortemente rimaneggiato nel ‘500 quando il grande scalone d’accesso venne sostituito al precedente, oltre al salone di rappresentanza, la sala del duca e della duchessa, troviamo la cappella, la parte più preziosa di tutta la struttura. Vi si accade da un bellissimo portale archiacuto, decorato con ghiere sovrapposte e con i tipici motivi a “dente di sega”, sostenuto da esili colonnine ed un bassorilievo marmoreo di riuso.

L’edificio termina con una torretta dell’orologio, che guarda sulla centralissima piazza Cavour dall’angolo S/O. E’ oggi di proprietà del Comune ed è usata come sede di rappresentanza o per ospitare eventi culturali.

 

 

IL CASTELLO DI NARO

Ricostruito nel XIV sec.dai Chiaramonte, esisteva già certamente in epoca araba.

Sorge sul colle Agragante, il punto più alto del paese, ed ha una pianta quadrangolare irregolare con una vasta corte interna, al di sotto della quale è scavata un’ampia cisterna che ha avuto anche funzione diprigione.

Il portale a sesto acuto si apre sul versante Ovest tra due bastioni aggettanti, l’angolo sud è chiuso da una torre cilindrica, mentre quello orientale comprende la massiccia torre quadrata sulla quale è murato lo scudo aragonese voluto da Federico III D’Aragona nel 1330. Al pianterreno c’erano le scuderie, gli alloggi della guarnigione e la cappella. Al primo piano spicca la Sala del Principe, illuminata da due grandi bifore, alla quale si accede da un portale archiacuto a “chevron” sorretto da esili colonnine, dalla quale si apre una piccola cappella dove si conservano i resti di affreschi attribuiti a Cecco da Naro, l’artista che decorò la mirabile volta del Palazzo Steri di Palermo, dove risiedeva la corte dei Chiaramonte. A dimostrazione dell’uso carcerario cui venne destinata, in seguito, anche di questa elegante sala, restano incise nella tenera pietra delle pareti le toccanti testimonianze di alcuni prigionieri.

Una ripida scala conduce alla terrazza merlata della torre quadrata, dalla quale si può ammirare un ampio panorama che va dal mar Mediterraneo, alle Madonie sino all’Etna, mentre dai sotterranei partivano delle gallerie che consentivano la fuga di quanti, in caso di attacco, potevano rifugiarsi all’interno del maniero.

Dichiarato Monumento Nazionale nel 1912, è di proprietà del Comune che lo adopera per esposizioni ed altre attività culturali.

 

IL CASTELLO DI PALMA DI MONTECHIARO

Costruito nel 1353 da Federico III, è l’unico tra i castelli chiaramontani ad affacciarsi sul mare, nella località detta “Baia delle sirene” presso Marina di Palma, dove aveva un’importante funzione di avvistamento e di controllo nella costante lotta contro i pirati, attratti in quel tratto di costa dalla presenza di un caricatore di grano.

A pianta quadrangolare irregolare, vi si accede dal lato Sud dopo aver percorso una ripida stradellain terra battuta ed acciottolato. All’interno della corte svetta la torre con le sue merlature guelfe, mentre la cappella, al piano terra, custodisce una preziosa Madonna in marmo del Gagini, secondo la tradizione causa di un’aspra contesa con i vicini agrigentini.

Il nome Montechiaro, gli è stato attribuito dalla famiglia Moncada, divenutane proprietaria subito dopo la morte di Andrea, ultimo della dinastia dei Chiaramonte. Passerà poi per altri casati locali, tra cui quello dei Tomasi di Lampedusa estintosi nel 1957 con la morte di Giuseppe, celebre autore del “Gattopardo”, fino al totale abbandono in cui versava alla fine del secolo scorso. Espropriato dal Comune, venne restaurato tra il 2002/2003 ma l’intervento, a causa dell’uso di materiali inadeguati e di scelte esteticamente molto discutibili, ha finito per alterarne irrimediabilmente l’aspetto originale che aveva mantenuto per secoli.

 

 

IL CASTELLO DI RACALMUTO

Edificato almeno un secolo prima, fu ristrutturato da Federico II Chiaramonte che ne fece una struttura poderosa, con mura che raggiungono lo spessore di due metri c.a.

L’aspetto odierno non è quello originario, essendo stato interessato da almeno due fasi di profonda riedificazione. La prima, nel ‘500, quando il corpo di fabbrica avanzato su piazza Umberto I venne ricostruito ex novo con la sua perfetta simmetria rispetto al portale a tutto sento che introduce alla corte centrale, ed il lato meridionale venne arricchito di un balcone sorretto da mensole scolpite a fiori e volute.

La seconda nel ‘900, quando l’intero lato Ovest venne venduto ai privati che lo stravolsero definitivamente adattandolo alle proprie esigenze abitative.

Rimangono invece maestose, le due torri cilindriche angolari che ricordano i fortilizi Svevi, mentre gli elementi decorativi tipicamente “chiaramontani” si leggono ancora all’interno della corte dove, al piano terra si trovano tre portali archiacuti (di cui uno bicromo) ed una edicola votiva con colonnine uncinate che sorreggono un arco fortemente modanato e con ghiera a “dente di sega”, ed al primo piano si aprono due bifore, anche se parzialmente ricostruite.

All’interno, gli ampi saloni e la sala convegni vengono utilizzati dal Comune, per mostre temporanee ed eventi culturali.

 

IL CASTELLO DI SICULIANA

Ricostruito sugli avanzi di un antico castello arabo da Federico II, nel 1310, occupa la sommità di un costone roccioso naturalmente inaccessibile da due lati, rinforzati ulteriormente da alte mura e torri. L’accesso era garantito a Sud attraverso un ponte elevatoio che si apriva su un fossato scavato nella roccia. Nella corte interna si affacciavano le scuderie, le sale d’armi, gli alloggiamenti per i soldati, le prigioni , i magazzini e la Chiesa di S.Lorenzo, oggi dedicata alla Madonna degli Angeli.

La residenza signorile, al tempo munita di torre, occupava il lato orientale del fortilizio, ma nel XX sec. è stata abbattuta dai proprietari dell’epoca per costruirvi una villa in stile neo-gotico.

Anche oggi di proprietà privata, tutta la struttura è utilizzata per cerimonie ed eventi privati.